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Ricordo dei caduti di San Pietro in Casale

Artistigando svolge anche una attività editoriale intesa a valorizzare la storia e le tradizioni di San Pietro in Casale.

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Ricordo dei Caduti di San Pietro In Casale nella Grande Guerra 1915-1918 di Remo Zecchi


Presentazione del volume:
Ricordo dei Caduti di San Pietro In Casale nella Grande Guerra 1915-1918 di Remo Zecchi  



Con questi  stralci dei contributi che il Sindaco Roberto Brunelli, don Dante Martelli, Remo Zecchi e Fulvio Simoni hanno dato al libro “RICORDO DEI CADUTI di San Pietro in Casale nella grande guerra 1915 – 1918” Artistigando ritiene di fare la migliore presentazione possibile a questo importante volume. Inoltre la nostra Associazione da un'altro significativo contributo alla valorizzazione della storia e delle tradizioni del nostro Comune.

6 giugno 2011 ore 21.00

Sala emeroteca "Francesco Boriani"
Biblioteca "Mario Luzi"
via Matteotti 123
San Pietro in Casale (Bologna)






Roberto Brunelli
Tutte le guerre, grandi o piccole che siano, spesso ci consegnano, purtroppo, soltanto dei numeri: dei caduti, dei feriti, dei mutilati o degli invalidi. San Pietro in Casale non è un paese che ha dimenticato i propri caduti: vari, infatti, sono i monumenti che li ricordano. Forse però, questi monumenti costruiti nelle nostre piazze o eretti nei nostri cimiteri hanno smesso di parlare alla gente, di raccontare la loro storia. Mi sia permesso un ricordo privato, che mi rende particolarmente orgoglioso: mio nonno Armando Ghelfi era uno di quei ragazzi partito da San Pietro per il fronte, classe 1899. Egli dalla grande guerra è tornato con l'onoreficienza e l'orgoglio di esserci stato. Il ricordo, quindi, vada anche a chi è tornato con il terrore nel cuore e magari ha dovuto anche attraversare la dittatura del ventennio e vedere la seconda guerra mondiale.

don Dante Martelli
Il titolo del libro di Remo Zecchi -”Ricordo”- esprime pienamente, attraverso fotografie, immagini e racconti, la volontà dell'autore di non lasciare passare sotto silenzio il sacrificio di tanti giovani. Giovani che non sono solo figure lontane, entrate a fare parte, loro malgrado, dei grandi numeri della storia o nomi incisi su qualche lapide e forse dimenticati dai più. Sono persone legate alla nostra terra, al nostro paese, i nostri nonni... E' bello e giusto che quegli uomini abbiano ora per tutti noi “un volto, una breve storia” e siano tornati ad essere uomini e non soltanto nomi scolpiti nel gelido marmo.

Remo Zecchi
Ero un bambino quando insieme a tanti piccoli compagni di giochi passavamo ore e ore al monumento dei caduti. Era per noi un posto piacevole per gocare, eravamo affascinati dalla sua imponenza, dai nomi dei caduti impressi sul marmo. Il mio amico Lilli (Giuseppe Terzi) sosteneva con orgoglio che il soldato sdraiato e ferito nell'atto di toccare la bandiera fosse un suo parente. “Sarà stato vero? “ pensavo quasi con invidia. Chi erano quei soldati, dove vivevano, cosa facevano nella vita, come sono morti? Sono passati molti anni e la mia curiosità è stata soddisfatta. Dedico questo libro a tutti loro e a mio nonno Cesare Giorgi, che a quella guerra partecipò.

Fulvio Simoni
La prima guerra mondiale fu il grandioso, corale e terrificante appuntamento di due generazioni di italiani con la grande storia. Per i contemporanei la guerra del 1915-1918 fu la grande guerra, i reduci non potevano sapere che sarebbe toccato loro in sorte, poco più di vent'anni dopo, di subire un conflitto acora più devastante. La documentata ricerca di Remo Zecchi ci mostra come anche in un piccolo comune come era San Pietro in Casale, segni e simboli del ricordo dell'esperienza bellica, dopo il 1918, entrassero a far parte del paesaggio quotidiano. I monumenti appartengono proprio a un ambito nel quale la storia e il ricordo delle esperienze collettive avvengono per via non linguistica. Merito della ricerca di Remo Zecchi è, a tanti anni di distanza da quell'epoca , l'aver resituito i volti e alcune note biografiche, di chi dalla grande guerra non tornò a casa. E' un racconto per immagini che, svuotato di ogni retorica, ci fa capire il senso di una tragedia collettiva e le modalità di elaborazione del lutto da parte di una piccola comunità: una storia locale dentro una storia di dimensioni più grandi.



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